Piero Ciampi, nacque al numero 12 di via Pelletier nel quartiere Pontino di Livorno. Un quartiere popolare abitato da sempre da portuali e piccoli commercianti. E commerciante (di pelli) era anche il padre di Piero, che nacque dal secondo matrimonio. Durante la guerra, a seguito dei furiosi bombardamenti che fecero migliaia di vittime tra i livornesi, la famiglia Ciampi sfollò nelle campagne pisane per tornare a Livorno solo diversi anni dopo la fine del conflitto quando la zona fu definitivamen...
Piero Ciampi, nacque al numero 12 di via Pelletier nel quartiere Pontino di Livorno. Un quartiere popolare abitato da sempre da portuali e piccoli commercianti. E commerciante (di pelli) era anche il padre di Piero, che nacque dal secondo matrimonio. Durante la guerra, a seguito dei furiosi bombardamenti che fecero migliaia di vittime tra i livornesi, la famiglia Ciampi sfollò nelle campagne pisane per tornare a Livorno solo diversi anni dopo la fine del conflitto quando la zona fu definitivamente bonificata.Nel 1959 tornò a Livorno dove passava le giornate ubriacandosi e progettando il futuro. Reverberi, che nel frattempo era entrato nell'ambiente musicale, lo raggiunse e lo convinse a trasferirsi a Milano dove lavorava, insieme con Franco Crepax, alla Ricordi. Nel 1961 Ciampi pubblica, per la Bluebell di Antonio Casetta, il suo primo disco. Il nome che compare in copertina è quello di Piero Litaliano (riprendendo quindi, senza l'apostrofo e senza l'accento, il suo nomignolo parigino).Ad apprezzarlo e riconoscerne la grandezza di autore ed interprete sono solo alcuni amici dei primi anni milanesi tra cui Gino Paoli che da tempo interpretava sue canzoni e che riuscì a fargli avere un contratto con la RCA e un consistente anticipo in denaro che il cantautore livornese dilapidò senza incidere un solo pezzo. Il suo egoismo sprezzante è dovuto al suo essere un artista, un poeta e, ai concerti che gli organizzano, partecipa da sbronzo, spesso insultando la platea. Il calciatore friulano Ezio Vendrame, suo caro amico in quegli anni, durante un incontro allo stadio Appiani con la maglia del Padova fermò il gioco per salutare pubblicamente Piero, dopo averlo riconosciuto per caso sugli spalti. Continuò ad incidere con il consueto insuccesso mentre un qualche riscontro arrivò come autore. Nel 1973 "Bambino mio" (scritta da Ciampi insieme a Pino Pavone, un cantautore calabrese conosciuto da Ciampi nel 1960) fu cantata da Carmen Villani a Canzonissima mentre Nicola Di Bari rifiutò "Io e te, Maria", che comunque incise l'anno dopo. Ed è proprio nel 1974 che la carriera di Ciampi potrebbe avere l'ennesima svolta: Ornella Vanoni contattò Gianni Marchetti perché avrebbe voluto incidere un intero album con le canzoni di Ciampi, ma questi era introvabile e quando ricomparve ormai il progetto era sfumato.
Intanto si trascinava da un club all'altro, spesso senza concludere i concerti e litigando con organizzatori, baristi e ascoltatori. In questi anni tornò spesso a Livorno.
Morì a Roma il 19 gennaio 1980 per un cancro alla gola. Read more on Last.fm. User-contributed text is available under the Creative Commons By-SA License; additional terms may apply.