I Mambassa nascono a Bra (Cn), nel 1995. La tradizione locale, a dispetto dei 27.000 abitanti, è solida, e Torino è a due passi. A fondare la band sono due irrequieti divoratori di vinile di 23 anni, Fabrizio Napoli e Stefano Sardo, in costante pendolarismo verso la Torino notturna, appunto, quella dei club e dei concerti. Due chitarre, basso e batteria, l’organico è quello classico della rock band. Unica eccezione: la doppia voce solista, che vira tutto in chiave pop, quasi surf. Nel ’96 il gru...
I Mambassa nascono a Bra (Cn), nel 1995. La tradizione locale, a dispetto dei 27.000 abitanti, è solida, e Torino è a due passi. A fondare la band sono due irrequieti divoratori di vinile di 23 anni, Fabrizio Napoli e Stefano Sardo, in costante pendolarismo verso la Torino notturna, appunto, quella dei club e dei concerti. Due chitarre, basso e batteria, l’organico è quello classico della rock band. Unica eccezione: la doppia voce solista, che vira tutto in chiave pop, quasi surf. Nel ’96 il gruppo inizia una lunga e proficua collaborazione con Max Casacci (Subsonica), che produce il disco di debutto, Umore Blu Neon, edito dalla FRI records di Claudio Cecchetto. L’album esce nel giugno del 1997, pochi mesi dopo la vittoria di “Indipendenti”, il più autorevole contest nazionale per band emergenti. Il suono è chitarristico, come vuole l’organico e la formazione stilistica della band, ma sull’impianto elettro-acustico emerge una componente soul molto personale, che permea l’atmosfera di tutto il disco. Con due singoli forti di un massiccio airplay radiofonico (“Tracce” e la title-track), due video e una cover di impatto immediato (“Pensiero stupendo”), i Mambassa portano il loro spettacolo in giro per l’Italia per un’ottantina di date.
Nel frattempo hanno cambiato il chitarrista e questo fattore, insieme all’esperienza live maturata in questi mesi, spinge la band verso nuovi orizzonti stilistici. Con questa nuova impronta nascono le canzoni di 2M, secondo lavoro del gruppo piemontese, dedicato alla boa del cambio di millennio, raccontato attraverso piccole storie agrodolci di sconfitte e di delusioni. Caratterizzato dall'apporto hi-tech di Carlo Rossi, l’album chiude una travagliata serie di vicissitudini contrattuali e discografiche, che li porta dalla Fri alla Mescal di Nizza Monferrato, che pubblica il disco nel 1999. La critica segue il tutto con interesse ma le radio ignorano e i Mambassa rimangono lì, un po' spersi tra vari cambi d'organico, un po' spaesati sul terreno accidentato della discografia italiana.
La band si rimette in discussione, abbandona la soluzione della doppia voce solista e si compatta attorno alla figura di Stefano Sardo, autore dei testi e, assieme all’amico Fabrizio Napoli, delle melodie. Nel 2002 esce Mi manca chiunque – il titolo è un omaggio a D.F.Wallace -, il terzo capitolo della loro discografia: un album di canzoni maturo e malinconico, sorretto da un sound più pieno ed emotivo che in passato (prodotto da Josh Sanfelici), un’antologia di piccole storue fotografate con l'ironia un po' beffarda di chi non ha granché da perdere. Nello stesso anno, Stefano dà alle stampe il suo debutto narrativo, “L’america delle kessler”, un “romanzo di formazione in ventiquattr’ore”, edito da Arcana. Nel gennaio 2003 esce “Il cronista (e altre storie)”, un ep con inediti e un video molto fortunato (della title track, firmato da Lorenzo Vignolo), che riceve premi e consensi. Sia il video, che le 12 tappe come band di supporto nel trionfale tour dei Subsonica, riportano i Mambassa all’attenzione generale. Forte di un repertorio ormai ricco e rodato, e con una line-up solida e affiatata come mai prima d’ora, la band testa il proprio live-set di fronte a adunate di decine di migliaia di persone, superando la prova a pieni voti (l’esperienza del tour coi Subsonica viene raccontata nel documentario Spalle in Gamba, presentato nel 2004).
Nel girovagare del tour 2003 i Mambassa si imbattono in Davey Ray Moor (ex-leader dei Cousteau), che è in tour in Italia con Cristina Donà, con cui la band condivide il palco del “Giffoni Film Festival”. Nasce lì l’idea di una collaborazione, che si concretizza nel giugno 2004 con la registrazione di Mambassa, quarto album della band di Bra. I Mambassa con Davey Ray Moor alla produzione trovano la dimensione lavorativa congeniale e sfornano il loro disco più adulto e sorprendente. La sezione ritmica è potente e sensuale, le chitarre graffiano e accarezzano dove serve, Stefano Sardo canta come non ha mai cantato: la sua voce scandisce le liriche in faccia all’ascoltatore, senza mediazioni. Anticipato dal singolo e dal video de L’antidoto, l’album esce il 22 ottobre 2004. Dal 29, i mambassa sono di nuovo sulla strada, per un nuovo tour italiano. In prospettiva, nel 2005, c’è l’idea di registrare con Moor una versione inglese del disco. Read more on Last.fm. User-contributed text is available under the Creative Commons By-SA License; additional terms may apply.
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